lunedì 15 aprile 2013

Costruttori di Armonie



Beati i Costruttori di Armonie!



E il riferimento corre, senza esitazione, con convinzione, cognizione di causa e gratitudine a coloro che sapientemente sanno fare della propria vita un dono di armonia intessuto del talento che fruttifica e si esprime nei loro stessi strumenti.

I liutai, costruttori di armonie che verranno raccolte e amplificate dal sentimento di chi - musicista, compositore o appassionato della più nobile delle arti - vibrerà esso stesso come strumento musicale avvolto nella medesima tensione alla bellezza.


Emanuele Zamponi ©


L'arte della liuteria è un'attività in cui l'Italia eccelle da almeno cinquecento anni e che è vivissima tutt'oggi nelle botteghe artigiane che hanno avuto in Cremona il suo epicentro creativo. Dal capostipite Andrea Amati agli esiti geniali di Antonio Stradivari, Giuseppe Guarneri del Gesù e Carlo Bergonzi che hanno elevato la liuteria ad arte sopraffina la cui maestria costituisce un vanto per il nostro Paese che conserva una tradizione riconosciuta e invidiata nel mondo; un primato da preservare e custodire come valore ed esempio alle generazioni a venire.

Una splendida iniziativa, la mostra dedicata ai "Costruttori di Armonie", che l'Auditorium di Milano ha ospitato insieme a laboratori e incontri d'alto livello del settore, che coglie nel segno e porta alla luce un'attività così poco nota e preziosa. Portare dai legni raccolti in Val di Fiemme - "gli abeti risonanti" - alle corde più profonde dell'anima, sentimenti, emozioni, passioni che ci pervadono e alle quali non possiamo rinunciare, è una missione sublime!

Una condizione che ci aiuta a riconoscere la nostra natura e riconoscersi in essa; quella di strumenti da tener accordati per la musica che vogliamo e possiamo suonare (e ascoltare), individualmente o in orchestra, nella formazione da camera (se si tratta degli affetti), d'archi, come i luoghi del quotidiano vivere o della più grande orchestra del mondo cui apparteniamo.


Emanuele Zamponi ©


E, per riconciliarci con il sogno, piuttosto che conciliarci il sonno, quale migliore idillio poteva offrirci Gustav Mahler se non l'Adagietto della sua Sinfonia n.5; 
un incanto di sonorità, un messaggio d'amore universalmente rivolto alle profondità 
dell'animo umano in perfetta risonanza
con i sogni di cui siamo intessuti.






"Imparai che essere amati non è niente, mentre amare è tutto, 
e sempre più mi parve di capire che ciò che dà valore e piacere alla nostra esistenza 
non è altro che la nostra capacità di sentire".

(Hermann Hesse)

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